ALCUNI CENNI STORICI DI CUBA
Il periodo coloniale

La prima documentazione storica su Cuba risale al 24 ottobre 1492 quando Colombo avvistò l’isola durante il suo primo viaggio di esplorazione e ne rivendicò il dominio a nome della Spagna. Sebastián de Ocampo elaborò una dettagliata mappa delle coste dell’isola nel 1511 e, sempre in quell’anno, Diego Velázquez de Cuéllar fondò il primo insediamento spagnolo a Baracoa. Altri villaggi, compresa L'Avana (sorta nel 1515), sorsero poco dopo.



















Gli Spagnoli, così come fecero nel resto delle colonie americane, oppressero e schiavizzarono i circa 100.000 indigeni dell’isola, che nell’arco di un secolo vennero quasi tutti sterminati dalle malattie, dal lavoro forzato e dai genocidi. In seguito gli occupanti introdussero nell’isola schiavi africani i quali arrivarono presto a essere una larga parte degli abitanti. La gerarchia sociale imposta dai colonizzatori vedeva al suo vertice i funzionari governativi spagnoli, incaricati di mantenere l’ordine con le armi, venivano poi i creoli (bianchi nati in America) che erano grossi proprietari terrieri, i meticci che ricoprivamo i ruoli di artigiani e poi i neri e gli indios impiegati come schiavi nelle piantagioni.
























L'indipendenza

A poco a poco cominciò a crearsi nella borghesia cubana l’insofferenza verso il governo spagnolo e il desiderio di una maggiore autonomia; si ebbero così alla fine del 1800 le cosiddette due guerre d’indipendenza che furono insurrezioni popolari armate.

























Nella seconda morì in combattimento l'intellettuale giornalista e poeta José Martì, considerato anche dai Castristi il "padre della patria". Il partito fondato da lui aveva un programma nazionalista, indipendentista, antimperialista con aspetti sociali e solidaristici.


























L'influenza delle idee di Martì su Castro sono generalmente riconosciute.
Cuba deve la fine del colonialismo spagnolo agli Stati Uniti che, col pretesto dell' affondamento di un loro incrociatore ancorato nella baia dell'Avana, forse dovuto ad un incidente interno alla nave ma attribuito dai nordamericani agli spagnoli, dichiararono guerra alla Spagna nell'aprile del 1898. La guerra nel tempo di quattro mesi volse alla fine con la vittoria degli Stati Uniti, che nella pace di Parigi ottennero dalla Spagna a titolo di risarcimento le isole di Guam e Porto Rico e, dietro pagamento, le Filippine.

Gli statunitensi che avevano occupato Cuba nel corso della guerra v'insediarono un governo di occupazione che, a seguito delle pressioni delle forze indipendentiste cubane e dell'opinione pubblica degli USA contraria all'occupazione, indissero elezioni per l'Assemblea Costituente che approvò la Costituzione della Repubblica Cubana nel 1901

Per abbandonare l'arcipelago gli statunitensi pretesero però ed ottennero che fosse inserito nella Costituzione l'"Emendamento Platt", così detto dal nome del senatore del Connecticut che l'aveva proposto, in base al quale il governo cubano doveva impegnarsi a mantenere in vigore le leggi emanate dal governo di occupazione, a iniziare piani di risanamento sanitario concordati con il governo statunitense, a non firmare trattati con altri stati che potessero mettere in pericolo l'indipendenza cubana o comportassero la cessione o il controllo di territori della nazione, a non contrarre debiti senza che vi fosse la sicurezza di poterli rimborsare.

L'emendamento prevedeva anche la possibilità per gli Stati Uniti d'intervenire presso il governo qualora ritenessero in pericolo l'indipendenza cubana o la garanzia del rispetto della vita, della proprietà e delle libertà individuali. Agli Stati Uniti furono inoltre concesse due basi navali: l'Isola dei Pini, oggi Isola della Gioventù, restituita a Cuba nel 1925, e un territorio di 11.000 ettari, divenuti poi 17.000, a Guantanamo, ancora oggi occupato dagli USA.

L'indipendenza fu riconosciuta nel 1902 ma la drastica riduzione della sovranità nazionale derivante dall'emendamento Platt faceva in realtà di Cuba un protettorato degli Stati Uniti, provocando e giustificando il sentimento popolare antimperialista che era iniziato con l'occupazione nordamericana e che caratterizzerà poi per sempre la storia di Cuba.

L'emendamento Platt giustificò i tre interventi armati degli USA a Cuba nel 1906, con l'insediamento di un nuovo governo di occupazione che durò fino al 1909, nel 1912 e nel 1917; giustificò anche le continue intromissioni nell'azione del governo cubano in campo economico, politico e sociale.

Come primo presidente della Repubblica fu eletto Tomas Estrada Palma, uomo di fiducia degli Stati Uniti che fecero di tutto per favorirne l'elezione, sicché il suo concorrente abbandonò il campo ed Estrada rimase unico candidato, quindi vincitore e nominato il 20 maggio 1902. Da questa data cessa l'occupazione militare statunitense. Estrada Palma favorì gli investitori nordamericani che in breve ebbero il controllo economico dell'isola. Il suo mandato fu anche caratterizzato dalla diffusione della corruzione dei pubblici ufficiali che dilagò in tutto il paese. Estrada Palma alla fine del mandato nel 1906 ricorse a tutti i mezzi, non esclusi anche quelli criminali, per ottenere un secondo mandato che ottenne nonostante l'opposizione popolare armata. Di fronte all'insurrezione Estrada chiamò in aiuto gli USA e si ebbe così la seconda occupazione dell'isola da parte dei nordamericani, che sciolsero le forze insorte e le milizie di Estrada, sospesero l'attività del Parlamento e nominarono un governatore (Charles E. Maggon), che ovviamente rafforzò gli investimenti nell'isola dei capitalisti degli Stati Uniti. Durante il suo governo ebbe una forte recrudescenza la corruzione dei pubblici ufficiali.

L'intervento statunitense cessò il 28 gennaio 1909 con l'insediamento a Presidente della Repubblica del generale José Miguel Gomez, liberale, vincitore delle elezioni indette un anno prima. Nel suo quadriennio di mandato si distinse per la demagogia e per la sua fame di ricchezza.

A lui successero nelle funzioni di presidente nel 1913 Mario Gloria Menocal per due mandati consecutivi dal 1913 al 1921 e Alfredo Zayas y Alfonso dal 1921 al 1925; personaggi di scarso spessore che in campo economico subirono l'ingerenza statunitense e in quello sociale ignorarono le richieste del movimento sindacale che si era notevolmente rafforzato fra i lavoratori. In particolare Zayas pensò soltanto al suo arricchimento, combinò affari fraudolenti approfittando della sua carica e giunse perfino a vincere "casualmente" per ben due volte il primo premio della Lotteria Nazionale.



Nel 1924 fu eletto il generale Gerardo Machado y Morales, che assunse il potere nel maggio del 1925. Si era presentato alle elezioni con un programma demagogico e pieno di promesse, ma si distinse poi per la sua soggezione agli Stati Uniti e per la violenta repressione dei movimenti di protesta studenteschi e sindacali. Utilizzando corruzione e intimidazione riuscì ad ottenere la proroga del mandato e praticamente ad instaurare una dittatura alla quale si opposero studenti e lavoratori. Il malcontento generale per la violenza dell'azione repressiva del governo contro la protesta giovanile urbana ridusse la lotta politica a un succedersi di attentati ed atti di banditismo di cui non si prevedeva la fine.

Questa situazione finì per preoccupare il governo degli Stati Uniti e il presidente Roosevelt invitò invano Machado a dimettersi. Risolsero il problema, che minacciava di concludersi con una nuova occupazione nordamericana, lo sciopero generale e lo schierarsi delle forze armate contro Machado: il dittatore infatti si dimise e si rifugiò all'estero il 12 agosto 1933. Il Congresso lo sostituì con Carlos Manuel de Cespedes, gradito agli statunitensi ma di scarse capacità politiche che non seppe frenare i movimenti di protesta che ormai avevano preso piede nel paese

La dittatura di Batista

















Anche nell'esercito si era manifestata l'insofferenza verso il potere, in particolare c'era un diffuso malcontento fra i soldati e i sottufficiali nei confronti dei superiori

cosicché il 4 settembre 1933 ci fu la sollevazione, che venne chiamata la "rivoluzione dei sergenti".

Furono cacciati dal comando i capi e gli ufficiali il cui posto venne assunto dai sottufficiali.
Capo degli insorti era il sergente maggiore Pablo Rodriguez, ma approfittò della situazione il sergente Fulgencio Batista che assunse la direzione del movimento insurrezionale delegittimando Rodriguez. Batista si fece poi nominare colonnello e divenne capo di stato maggiore dell'esercito.

Intanto i movimenti operai, studenteschi e i partiti di sinistra appoggiarono il golpe militare, venne deposto il presidente de Cespedes e sostituito con Ramon Grau San Martin che assunse il potere il 10 settembre e il suo governo prese misure in favore dei lavoratori, intervenne direttamente contro il monopolio nordamericano che controllava la distribuzione di elettricità e gas, condonò il 50% delle tasse non pagate alla scadenza e prese diverse misure di carattere sociale e giuridico.

In politica il governo assunse misure antimperialiste.
Gli statunitensi allarmati e sollecitati dalle classi tradizionalmente di potere cercarono di porre rimedio e favorirono il golpe militare di Fulgencio Batista che il 15 gennaio 1934 abbatté il governo di Grau

. Da dominatore della politica cubana fino al 1944
, mediante presidenti di poca consistenza da lui condizionati o in forma diretta, con provvedimenti demagogici Batista guadagnò il favore delle classi popolari ed anche dei comunisti che l'appoggiarono nelle elezioni del 1940. Nel 1944 volendo darsi un'immagine di democratico indisse le elezioni presidenziali pur non potendovi partecipare perché la costituzione proibiva un terzo mandato presidenziale.

Fu eletto Grau che già era stato presidente e governò dal 1944 al 1948 e dopo di lui Pio Socrates.

Si caratterizzarono entrambi per governi violenti e corrotti. Alle elezioni del 1952 si prospettava la vittoria di un candidato sgradito a Batista, che, con l’appoggio delle grandi compagnie statunitensi dello zucchero e di Washington, prese il controllo dell’isola con un colpo di stato.
Gli Stati Uniti riconobbero subito il suo governo. Con la garanzia del suo arricchimento personale svendette il 90% delle miniere di nichel e delle proprietà terriere, l’80% dei servizi pubblici, il 50% delle ferrovie a ditte americane,
esponenti della mafia americana che si impadronirono di alberghi, case da gioco e di prostituzione, sfruttando il turismo statunitense.






















La rivoluzione del 1959 e il governo rivoluzionario